Onorevoli Colleghi! - Con l'approvazione della legge 6 febbraio 2006, n. 38, recante «Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet», il nostro Paese si è dotato di un ordinamento normativo completo in materia di tutela dei minori contro atti di violenza sessuale e fenomeni di pedopornografia. Tale legge si è inserita in un solco legislativo già segnato, quale quello definito da due altre leggi molto importanti, la legge n. 66 del 1996 sulla violenza sessuale e la legge n. 269 del 1998 che punisce lo sfruttamento sessuale dei minori, giudicandolo come una nuova forma

 

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di schiavitù. Quest'ultima legge è stata, tra l'altro, apprezzata negli altri Paesi europei e ha portato l'Italia all'avanguardia per quanto concerne il modello proposto e gli strumenti individuati nell'azione di contrasto e di lotta alla pedopornografia.
      In questo quadro normativo del nostro Paese trova giusta collocazione, in maniera coerente e armonica, la decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio, del 22 dicembre 2003, relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile, su cui, peraltro, è stato costruito il fondamento della citata legge n. 38 del 2006, avendo tale decisione rappresentato il giusto pretesto per rivedere la normativa del nostro Paese e per individuare i punti di contatto necessari per consentire all'Italia di rispettare le indicazioni dichiarate nella stessa decisione quadro.
      Va evidenziato, tuttavia, che se pure il contesto normativo italiano si dimostra ampiamente esaustivo dal punto di vista delle disposizioni occorrenti a contrastare lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile, e in tale senso concorre a rafforzare il principio secondo cui questi fenomeni costituiscono gravi violazioni dei diritti dell'uomo e del diritto fondamentale di tutti i bambini ad una crescita, ad una educazione e ad uno sviluppo armoniosi, non altrettanto esaustivi ed efficaci sono gli strumenti operativi attualmente disponibili tramite cui poter assicurare una reale osservanza delle vigenti norme di contrasto allo sfruttamento sessuale dei bambini.
      A fronte del generale miglioramento delle condizioni di vita nel mondo occidentale si assiste a un incremento del fenomeno della pedofilia, sia in ambito extrafamiliare (prostituzione minorile, turismo sessuale, adescamenti, e così via), sia in ambito intrafamiliare.
      Sul versante intrafamiliare l'elevato «numero oscuro» caratterizza ancora questo orrendo crimine. Solo una piccola parte degli abusi viene infatti denunciata e perseguita e ciò avviene spesso a distanza di molti anni dal fatto.
      L'avvento di internet ha inoltre sottolineato da una decina d'anni il consolidarsi di una nuova dimensione organizzata della pedofilia che, grazie al web, ha posto in connessione tra di loro pedofili di tutto il mondo che, sfruttando l'anonimato del mezzo telematico, hanno costituito vere e proprie reti criminali al cui interno sono scambiati materiali pedopornografici e sono fantasticati, progettati e realizzati gli abusi.
      È opportuno considerare, infine, che in base a quanto documentato dalle indagini giudiziarie e dalla letteratura scientifica internazionale il rischio di recidiva dei pedofili rimane pressoché inalterato nel tempo e quindi ben oltre il periodo di detenzione previsto in caso di condanna penale e questo fattore suggerisce l'attivazione di interventi di prevenzione e di controllo anche al di là del mero trattamento penitenziario.
      Alla luce di quanto esposto, riteniamo che l'ipotesi di istituire un'Agenzia nazionale specializzata nella lotta alla pedofilia risponda in maniera confacente all'esigenza di potenziare gli strumenti di lotta ai fenomeni di violenza sessuale sui minori e che, in tale ambito, essa sia il mezzo più adatto per articolare in maniera più incisiva l'azione di contrasto alla pedofilia, mettendo in campo personale investigativo altamente specializzato nonché centralizzando e rendendo fruibili i dati e le informazioni su indagini maturate in tale contesto.
      La natura transnazionale delle organizzazioni di pedofili impone l'attivazione di una rete di contatti operativi tra le Forze di polizia di tutto il mondo per scambi di informazioni in tempo reale.
      La costituzione e la gestione da parte dell'Agenzia di una banca dati di soggetti e di informazioni investigative, provenienti anche da attività di contrasto all'estero e contenente elementi correlati alla pedofilia e agli abusi sui minori in genere, renderebbe possibile l'indispensabile attività di intelligence e di supporto investigativo agli organi di polizia giudiziaria.
      Importante, ad esempio, è l'opportunità di un'azione di prevenzione attuata dall'Agenzia
 

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e tendente a supportare l'auspicata «tracciabilità» dei pedofili nel corso dei loro cambi di residenza all'interno del territorio nazionale e all'estero.
      Questa strategia di intervento sta rappresentando in numerosi Stati (anche comunitari) una forma di prevenzione e di contrasto all'avanguardia ed estremamente efficace che dovrebbe avvenire attraverso un monitoraggio riservato e discreto dei pedofili potenzialmente pericolosi e recidivi nel corso dei loro spostamenti geografici al fine di «allertare» le Forze di polizia operanti sul territorio.
      L'attività di équipe investigative mutidisciplinari in seno all' Agenzia in grado di attuare interventi investigativi specialistici consentirebbe inoltre, già dalla fase dell'acquisizione delle testimonianze del minore abusato, la conduzione di indagini particolarmente efficaci.
      La diffusione delle competenze e della sensibilità in tema di contrasto degli abusi sui minori anche tra gli operatori di polizia «non specialisti» attraverso percorsi di training mirati rappresenterebbe, infine, una delle funzioni integrative dell'Agenzia, che concorrerebbe alla realizzazione di un'opera di contrasto qualitativamente e quantitativamente più incisiva.
      Alla luce di quanto descritto e per fare sì che l'istituenda Agenzia nazionale per la prevenzione e il contrasto degli abusi sui minori possa concretamente trasformarsi in uno strumento di lotta attiva, si auspica un'approvazione il più possibile condivisa e, ad ogni modo, celere della presente proposta di legge.
 

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